Nike Air Ship Pro Banned

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Nike Air Ship Pro Banned

Nike Air Ship Pro Banned

CD4302-006

Nike Air Ship Pro Bannedbandita al massimo livello

Come prima scarpa Michael non indossò le famose Air Jordan 1, quelle arrivarono qualche mese dopo. Jordan fece il debutto nella Summer League con le “AIR SHIP PRO BANNED”, disegnate da Peter Moore nel 1984. Le Nike Air Ship Pro Banned furono indossate da Jordan in più colorazioni, tra cui la famosa “Bred” ossia la colorazione nera e rossa. Questa particolare colorazione fu però “bannata” (da qui il titolo “Banned”) dalla NBA perché non rispettava le regole stabilite dalla lega in materia di colorazione delle divise. Visto che non vi era presente del bianco, colore che ogni scarpa doveva avere al suo interno, la lega decise di multare Nike con una sanzione di 5mila dollari ogni volta che Jordan fosse sceso in campo con quelle scarpe. E Nike cosa fece? Nike credeva nel giocatore e nel proprio prodotto quindi decise di pagare ogni singola multa, d’altronde erano tempi di cambiamento e chi se non quello che sarebbe diventato il giocatore più forte di tutti i tempi poteva rappresentarlo al meglio. La mossa finale di marketing di Nike fú stratosferica, all’epoca non era chiara l’esistenza delle Air Ship data la somiglianza con le AJ1 e quando questa vicenda venne fuori, Nike disse che furono le Jordan 1 a essere state bannate, questa pubblicità creò così tanto clamore che le vendite delle Jordan si alzarono vertiginosamente.
Unisex, Uomo
Nero Rosso
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ecco altri modelli di jordan...

La storia d’amore tra la casa sportiva di Beaverton, nell’Oregon, e la superstar dei Chicago Bulls non fu sempre facile e non ebbe un inizio così tranquillo.
Il giovane Michael voleva firmare a tutti costi con Converse o Adidas, ma i due brand non erano disposti a rischiare tutto su un giocatore che ancora non aveva dimostrato nulla.
Dall’altra parte si trovava un’azienda giovane e poco navigata che voleva investire su un ragazzo altrettanto giovane, sperando nel colpo del secolo. Quell’azienda era Nike, ma Michael di firmare con Nike proprio non ne voleva sapere, “Mamma, non firmerò mai con Nike”, giurava un giovane Jordan alla madre che comunque gli consiglió di andare ad ascoltare le proposte del brand.
Dopo svariate pressioni tra la madre ed il manager Michael si convinse. Il seguito è leggenda.

La storia d’amore tra la casa sportiva di Beaverton, nell’Oregon, e la superstar dei Chicago Bulls non fu sempre facile e non ebbe un inizio così tranquillo.
Il giovane Michael voleva firmare a tutti costi con Converse o Adidas, ma i due brand non erano disposti a rischiare tutto su un giocatore che ancora non aveva dimostrato nulla.
Dall’altra parte si trovava un’azienda giovane e poco navigata che voleva investire su un ragazzo altrettanto giovane, sperando nel colpo del secolo. Quell’azienda era Nike, ma Michael di firmare con Nike proprio non ne voleva sapere, “Mamma, non firmerò mai con Nike”, giurava un giovane Jordan alla madre che comunque gli consiglió di andare ad ascoltare le proposte del brand.
Dopo svariate pressioni tra la madre ed il manager Michael si convinse. Il seguito è leggenda.