Sia essendo fan NBA di lunga data, che avendone soltanto sentito parlare, tutti conosciamo Michael Jordan. Quest’ultimo è considerato per svariati motivi uno dei giocatori, se non il miglior giocatore di basket di tutti i tempi.
È passato dal compiere, scrivere fino a diventare egli stesso storia, sia sul campo che fuori, ponendosi fin da subito come icona di stile per moltissime persone. In ultimo, non per importanza, non dimentichiamo il motivo per cui siamo qui a parlare proprio di lui, le sue sneakers, che ad oggi sono il simbolo dello Streetwear.
Oggi parleremo di come nacque la collaborazione o meglio il brand che oggi tutti noi, conosciamo come “Jordan”.
La storia d’amore tra la casa sportiva di Beaverton, nell’Oregon, e la superstar dei Chicago Bulls non fu sempre facile e non ebbe un inizio così tranquillo.
Il giovane Michael voleva firmare a tutti costi con Converse o Adidas, ma i due brand non erano disposti a rischiare tutto su un giocatore che ancora non aveva dimostrato nulla.
Dall’altra parte si trovava un’azienda giovane e poco navigata che voleva investire su un ragazzo altrettanto giovane, sperando nel colpo del secolo. Quell’azienda era Nike, ma Michael di firmare con Nike proprio non ne voleva sapere, “Mamma, non firmerò mai con Nike”, giurava un giovane Jordan alla madre che comunque gli consigliò di andare ad ascoltare le proposte del brand.
Dopo svariate pressioni tra la madre ed il manager, Michael si convinse e sentite un po’ quali furono le richieste di Nike, che era disposta a pagare più del doppio di qualsiasi altro giocatore il nostro giovane MJ.
1) Jordan avrebbe dovuto vincere il premio di matricola dell’anno.
2) sarebbe dovuto essere un All-Star (o aver segnato almeno 20 punti di media)
3) le vendite delle scarpe avrebbero dovuto toccare i 4 milioni di dollari nei primi tre anni.
La storia oggi è leggenda: 28.2 punti di media al suo primo anno nella lega, convocazione per l’All-Star Game e premio di matricola dell’anno.
Le sue sneakers? Fruttarono a Nike 70 milioni di dollari nei primi due mesi di vendita!
Come prima scarpa Michael non indossò le famose Air Jordan 1, quelle arrivarono qualche mese dopo. Jordan fece il debutto nella Summer League con le “AIR SHIP PRO BANNED”, disegnate da Peter Moore nel 1984.
Le Air Ship furono indossate da Jordan in più colorazioni, tra cui la famosa “Bred” ossia la colorazione nera e rossa.
Questa particolare colorazione fu però “bannata” (da qui il titolo “Banned”) dalla NBA perché non rispettava le regole stabilite dalla lega in materia di colorazione delle divise.
Visto che non vi era presente del bianco, colore che ogni scarpa doveva avere al suo interno, la lega decise di multare Nike con una sanzione di 5 mila dollari ogni volta che Jordan fosse sceso in campo con quelle scarpe.
E Nike cosa fece? Nike credeva nel giocatore e nel proprio prodotto quindi decise di pagare ogni singola multa, d’altronde erano tempi di cambiamento e chi se non quello che sarebbe diventato il giocatore più forte di tutti i tempi poteva rappresentarlo al meglio.
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